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GENOVA-VAL NERVIA-TRIORA-REZZO-PIEVE DI TECO-COLLE DI NAVA-ORMEA-GARESSIO-CEVA-SAVONA-GENOVA
CIRCA 450 KM
Triora. Il piccolo borgo sulle Alpi liguri noto per il suo pane, e, ancor di più, per il processo per stregoneria avviato sulla fine del ‘500 contro circa quaranta donne accusate di aver provocato la grave carestia che affliggeva quel territorio, è la nostra destinazione per questo giro di due giorni. L’autostrada dei fiori ci porta in circa due ore di andatura tranquilla (con un paio di soste tecniche) all’uscita di Ventimiglia. Qui imbocchiamo la Val Nervia fino a Dolceacqua, bellissimo borgo medievale, patria del nobile vino Rossese. Dopo un panino e un giretto a piedi nel paese si prosegue. Una piccola deviazione ci porta nell’altrettanto bello borgo di Apricale, poco più su. E poi via fino a Molini di Triora, passando per Buggio e Pigna. Da Molini la strada sale più ripida verso la nostra destinazione. È ormai il tardo pomeriggio. Parcheggiamo le moto appena fuori la porta del paese di Triora e ci avviamo alla ricerca del B&B che abbiamo prenotato, Triora Medievale; una vecchia casa contadina ben restaurata in posizione ottimale. Ci accoglie il simpatico proprietario, dalla loquela facile, che ci illustra le bellezze locali e non ci molla più. Una rapida doccia e usciamo in visita del villaggio. Una sosta d’obbligo è al Museo Etnografico di Triora (www.museotriora.it), una piccola chicca dove impariamo tutto quello che c’è da sapere su streghe e stregoneria e su quei tragici fatti di cinque secoli fa, che portarono alla condanna delle donne imputate (e che grazie alla tortura confessarono “spontaneamente” i loro misfatti con il maligno). Finita la visita c’è giusto il tempo per uno spritz nella Piazzetta della Strega (sempre lei!) affacciati al poggio che sovrasta la vallata, accanto al ristorante dove andremo a mangiare, L’Erba Gatta (www.erbagatta.it), dello chef Gianni Nicosia (molto consigliato). Una cena eccellente, innaffiata da un ottimo Rossese, pone fine alla nostra prima giornata.
2° Giorno Ci svegliamo rinfrancati, e, dopo un’ottima colazione preparata con prodotti fatti in casa, siamo pronti per ripartire. Ancora non sappiamo la bellezza che ci aspetta. Da Molini di Triora prendiamo la SP n. 17. Una strada piuttosto stretta e a tratti anche un po’ dissestata, spesso a strapiombo, ma che offre degli scorci di straordinaria bellezza, specie verso la parte più alta, fino a Passo Teglia e oltre. Siamo vicinissimi alla Francia, nel Parco delle Alpi Liguri. Prati e rocce si contendono il terreno e la loro vista ci accompagna su per i tornanti. Siamo praticamente soli, e nel silenzio sentiamo solo il rombo delle nostre Triumph. La pausa caffè ci vede scendere a Rezzo, piccolo paesino quieto, dove incontriamo altri motociclisti in escursione. Il tempo sta cambiando. Neri nuvoloni si stanno addensando proprio nella nostra direzione di marcia. Riusciamo ancora a fare all’asciutto la bella strada del Colle di Nava ma a Ormea siamo costretti a fermarci per infilare le tute antipioggia. È così fino a Garessio, dove si aprono le cascate dal cielo e siamo costretti a fermarci nel primo bar che troviamo. Vabbé, tanto qualcosa dovevamo pur mangiare. Un panino e una birra in attesa che spiova. Speranza vana… Ripartiamo attrezzati come palombari fino a Ceva, dove entriamo sulla Torino-Savona e poi sulla A10 fino a casa a Genova. Una bellissima gita, non eccessivamente impegnativa, che ci lascia contenti e desiderosi di altri giri.
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
LE LANGHE => GENOVA–MILLESIMO-DOGLIANI-ALBA-GRINZANE CAVOUR-RODDI-ACQUI TERME-OVADA-ROSSIGLIONE-GENOVA
CIRCA 300 KM
Le Langhe, un luogo privilegiato per il vino, i tartufi, il buon mangiare e … i giri in moto! Da Genova prendiamo l’autostrada verso Savona e poi verso Torino, con uscita Millesimo. Appena entrati nel paese ci troviamo davanti ad un bar, il cui dehors sembra il paddock del circuito del Mugello! Moto in assetto gara con piloti in tuta e saponette alle ginocchia, stivali e guanti rinforzati si mischiano a più tranquilli GS, Guzzi e altre marche meno corsaiole. Non lo sapevamo, ma la strada tra Millesimo e Dogliani, nei fine settimana, è territorio di motociclisti, che la percorrono avanti e indietro sdraiati sui telai inclinati a livello asfalto. E gli Autovelox? “Non funzionano”, dicono loro. Sarà, ma noi non rischiamo mai nulla e dopo un caffè, ascoltando i discorsi degli altri avventori (si parla di cilindri, bielle e corpi farfallati) ci mettiamo anche noi in marcia. Non c’è che dire, le curve sono veramente belle e la strada si snoda per una ventina di chilometri tra boschetti, case sparse e campi coltivati. Passiamo da Murazzano (da cui il famoso formaggio) e arriviamo a Dogliani, per un giretto in paese e un piatto taglierini al sugo di funghi. Dal paese noto per il suo Dolcetto ripartiamo tranquilli sui dolci colli langaroli: Monforte d’Alba, Barolo, Verduno, La Morra. Tutti meriterebbero uno stop e un giro in cantina, ma ci limitiamo a una sosta a Barolo, con breve visita all’omonimo castello. Sulla via gastronomica decidiamo di allungare fino a Pollenzo (dove sorge l’Università di Scienze gastronomiche) e dove ci fermiamo per un caffè nell’annesso albergo dell’Agenzia. Siamo a metà pomeriggio e ci dirigiamo verso il nostro B&B, che si trova a Roddi. Non prima però di ultima tappa a Grinzane Cavour, con sosta al giardino del bel castello che svetta sulla cima del piccolo colle. Raggiunto il B&B e rilassati a dovere non c’è che la cena. I nostri contatti ci consigliano la trattoria il Mulino, in località Gallo (sulla strada per Grinzane). Cucina semplice ma di grande qualità, ovviamente del territorio (agnolotti burro e salvia, taglierini al tartufo, gnocchi al castelmagno, carne cruda battuta al coltello, vitel tonné …). Rapporto qualità/prezzo al top.
2° Giorno: La mattina dopo ci aspetta un amico del posto, possessore di una Triumph Speed Triple. Ci incontriamo ad Alba per la colazione e dopo due passi in centro montiamo in sella. Il bello di avere un amico del posto è che non devi preoccuparti del percorso: basta seguirlo. Lui conosce le strade più belle e meno battute, i punti panoramici e le cantine. A proposito di cantine. Dopo un paio d’ore di curve tra Treiso, Mango e altri piccoli borghi, ci aspetta l’azienda Montaribaldi di Barbaresco, dove siamo accolti con amicizia e con taglieri di salumi e formaggi (www.montaribaldi.com). Ci scappa ovviamente qualche assaggio degli ottimi vini. Tocca rientrare, ma nessuno ha voglia di prendere l’autostrada. La via del ritorno ci porta a passare per Aqui Terme, Cremolino, Ovada, Passo del Turchino e quindi Genova.
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
LE LANGHE => GENOVA–MILLESIMO-DOGLIANI-ALBA-GRINZANE CAVOUR-RODDI-ACQUI TERME-OVADA-ROSSIGLIONE-GENOVA
ALPI MARITTIME
GENOVA – COL DE LA LOMBARDE – CIME DE LA BONETTE - EMBRUN – VARS – COLLE DELLA MADDALENA - GENOVA
CIRCA 650 KM
Partenza di buon’ora per questo giro di due giorni nella vicina Francia. Autostrada Genova-Savona-Mondovì e sosta caffè a Cuneo, sulla grande piazza cittadina, accompagnato da un doveroso cuneese al rhum. Da lì prendiamo la strada della valle Stura, dove ampie curve si alternano a lunghi rettifilo, intramezzata da piccoli centri. Così fino a Vinadio, dove imbocchiamo la bella strada che sale fino al Col de la Lombarde (2350 mt). La strada si snoda in curve strette e tornanti, tra bellissimi panorami, strapiombi, gole e torrenti. Varcato il passo entriamo in territorio francese per scendere fino a Isola 2000 (stazione sciistica) e poi a Isola, dove arriviamo per pranzo, affamati ma ben motivati a riprendere il cammino. Intercettiamo infatti uno dei percorsi “cult” dei motociclisti: la Ruote des Grandes Alpes. Itinerario che comincia nei pressi di Nizza e che attraverso strade e passi alpini conduce fino alle porte di Ginevra. In direzione Nord troviamo quindi la strada che ci porta alla famosa Cime de la Bonette (mt. 2860), la più alta d’Europa! Una strada che “tira” parecchio e che offre diversi panorami e ambienti, man mano che aumenta l’altitudine. Sulla cima, gruppi di motociclisti si alternano a fotografarsi davanti all’immancabile cippo con il nome della cima. Neanche noi ci sottraiamo. La discesa è altrettanto bella, e ci conduce fino al villaggio di Jausier, piccolo e fiorito paesino sul fiume Ubaye. La strada (D900) costeggia il corso d’acqua vivace e tortuoso fino a Barcelonnette e, oltre, fino al lago di Serre Ponçon. Questo è un grande invaso artificiale formato per raccogliere le acque dell’Ubaye e della Durance e offre panorami inattesi e di grande fascino; ideali da osservare dalla strada costiera.Ad Embrun ci fermiamo per la notte all’Hotel du Lac, dove ci attende una rilassante spa, un bagno in piscina, un’ottima cena e naturalmente una bella dormita
2° Giorno: Il giorno dopo, fatta una visita al paese e alla sua splendida cattedrale ripartiamo in direzione Nord, seguendo la veloce strada che costeggia la Durance verso Briançon (N94), fino a prendere la deviazione per il colle di Vars. Percorriamo tutta la strada di valico, tra prati, pietraie, greggi di pecore e mucche sparse, laghetti e torrenti scroscianti. La bellezza della strada fa a gara con quella del paesaggio e ci induce spesso a fermarci. La tappa caffè e pipì ci vede al Refuge Napoleon, un antico edificio carico di fascino, davanti ad un laghetto. Gruppi di motocilisti scorrono sulla strada, alcuni si fermano, altri proseguono, tutti gettano uno sguardo a questo bellissimo posto. Da ritornare! Ci avviamo verso la conclusione del nostro piccolo viaggio. Scendiamo fino alla confluenza con la strada D 900 che prendiamo in direzione Italia. Si risale fino al confine di Stato, dove ci fermiamo a pranzo al Rifugio della Pace (1948 mt), posto in cimo al Colle della Maddalena. Da lì ripartiamo appagati sulla via del ritorno; scendiamo a Cuneo e quindi autostrada per lo stesso tratto fatto all'andata ma questa volta verso casa, a Genova.
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
ALPI MARITTIME
GENOVA – COL DE LA LOMBARDE – CIME DE LA BONETTE - EMBRUN – VARS – COLLE DELLA MADDALENA - GENOVA