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GENOVA-SESTRI LEVANTE-LEVANTO-BONASSOLA-MONEGLIA-LAVAGNA-GATTORNA-USCIO-RECCO-GENOVA
CIRCA 180 KM
Partendo da Genova , imboccare l'autostrada a Nervi e proseguire fino a Sestri Levante. Un pò di autostrada per "striracchiare le gambe" ai cilindri ogni tanto ci vuole. Usciti dall'autostrada , prendete direzione La Spezia ed inizia subito il divertimento. Curve, e poi curve, cavatappi, natura , insomma il passo del Bracco. Continuate fino a scendere a Carrodano e poi girate in direzione di Levanto. Entrate a Levanto (fermatevi, riposatevi per un caffè) e poi seguite indicazioni Genova. Sulla strada che risale arriverete al bivio per Bonassola. Scendete per Bonassola e fermatevi anche per qualche foto. Risalite al bivio di Bonassola, girate a sx e continuate a divertirvi tra le curve immersi in una splendida natura e fino ad incrociare la strada del Bracco. Poco dopo vedrete la deviazione per Moneglia a sx. Scendete a Moneglia e fermatevi a mangiare qualche cosa. Se non avete molto tempo , un ottimo toast e non solo, lo potete gustare al Caffè Centrale. Il proprietario Sig. Antonio possiede una bellissima Harley che sarà orgoglioso di farvi ammirare. Tenete d'occhio l'orologio però. Per tornare a Sestri Levante dovete aspettare il semaforo verde delle gallerie (ex gallerie dei treni) che scatta ogni 5-25-45 minuti di ogni ora. Esperienza unica percorrerle. Procedete adagio ma merita, gallerie strettissime e vi sembrerà di essere in un videogame. Arriverete a Sestri Levante. Proseguite fino a Lavagna ed imboccate la SS 225 fino a Gattorna. A Gattorna girate a sx e quindi risalite tra curve e boschi fino ad Uscio per poi scendere a Recco per sosta focaccia o gelato. E quindi via Aurelia per rientrare a Genova.
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
GENOVA – PASSO DEL FAIALLO – PASSO DEL TURCHINO - CAPANNE DI MARCAROLO – GAVI – PASSO DELLA BOCCHETTA - GENOVA
CIRCA 150 KM
Un giro non troppo impegnativo ma ricco di spunti interessanti e panorami inattesi. Dal centro di Genova si raggiunge Voltri. Qui si prende la Statale n. 456 del Passo del Turchino. Si inizia a pregustare un po’ di curve. Prima di giungere al passo, poco dopo l’abitato di Fado, si prende la SP 73 verso il Passo del Faiallo. Dopo qualche curva la strada si fa veramente bella. Un misto veloce dove sciogliere un po’ i cavalli. Ma non troppo, per non perdersi l’incredibile scenario della strada che sale, rasentando il costone della montagna, via via sempre più rocciosa e aspra. Ma dove siamo finiti? In Colorado? Ebbene sì, il Colorado alle spalle di Genova! Ci si ferma in uno degli slarghi panoramici a lato strada, ad osservare lo scenario della Superba, adagiata là sotto. Appena superato il passo, la strada in quota si fa pianeggiante e boscosa, con radure e bei prati attrezzati per campeggiare e grigliare salsicce e bistecche. Siamo nel parco regionale del Beigua (www.parcobeigua.it). Una meraviglia. La tappa d’obbligo è per un caffè e due parole al rifugio La Nuvola sul Mare. Attenzione, siamo oltre i 1000m mt. e anche nelle mezze stagioni il freddo può farsi pungente. Si riparte. La strada è talmente bella che è un piacere farla anche in senso contrario. Si scende fino a riprendere la Statale del passo del Turchino. Lo scavalliamo fino a raggiungere il borgo di Campoligure, al centro della valle Stura. Volendo una bella sosta da aggiungere al percorso. Da qui si prende la strada per il Parco Regionale della Capanne di Marcarolo (che tecnicamente è in provincia di Alessandria, ma che tutti i genovesi considerano roba loro, come tutto il basso Piemonte del resto). Una decina di km di curve strette attraverso boschi di castagno e conifere. Arrivati in quota incrocerete la strada che proviene dai Piani di Praglia (e prima ancora da PonteX). Si gira a sinistra fino a raggiungere in pochi minuti la nostra seconda tappa del moto tour: rifugio Cascina Foi (750 mt). Qui vale la pena fermarsi a mangiare, o all’aperto o nella veranda, al calore di una stufa di ghisa se in stagione fredda. Cucina di territorio, ovviamente: dal tagliere di formaggi e salumi, ai ravioli al tocco, ai taglierini ai funghi, alla polenta con lo stracotto. Tutto buono. Se siete nella stagione giusta non mancheranno porcini in quantità. (Nota: qualche centinaio di metri prima, c’è anche il ristorante Gli Olmi. Meno caratteristico ma noto per i suoi ravioli). Si riparte. Direzione Bosio. Si passa davanti al Santuario della Benedicta, dove nell’aprile del 1944 le truppe tedesche e repubblichine compirono il più grave eccidio della resistenza italiana, trucidando più di 200 persone. Per chi volesse approfondire: www.benedicta.org. La strada si snoda stretta e curvosa tra scenari pittoreschi, sovrastando e seguendo il corso del torrente Gorzente, che forma piscine naturali di inaspettata bellezza e il piccolo lago di Lavagnina. Si raggiunge e supera Bosio per raggiungere in pochi km la città di Gavi, piccola capitale enologica dell’omonimo vino (da uva cortese in purezza). Per chi vuole, le cantine sono aperte! Tocca tornare. Se si è stanchi di curve, la via più rapida è raggiungere Serravalle e infilarsi in Autostrada (A7 Milano-Genova). Se ne avete ancora, vi aspetta Voltaggio (vale una piccola tappa), il passo della Bocchetta (con sosta panoramica alla panchina gigante) e poi giù fino a Campomorone. Bel percorso con tante curve!
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
GENOVA - VAL FONTANABUONA - PASSO DEL CHIODO - PASSO DEL TOMARLO - BEDONIA - PASSO DI CENTO CROCI - VARESE LIGURE - SESTRI LEVANTE - GENOVA
CIRCA 230 KM
Fatta una buona colazione e sistemate le moto con il bagaglio per un giorno partiamo in direzione di Recco per poi salire verso Uscio. Le prime curve. Un timido assaggio di quello che ci aspetta. Da Uscio si sale ancora fino a incrociare la strada del Monte Cornua. Giriamo a destra in direzione Gattorna. Siamo già al di là della cresta dei monti e il clima cambia subito. Più umido e fresco. Bel tracciato curvoso, ma attenzione perché, specie la mattina, può essere viscido. Raggiungiamo Gattorna. Prendiamo la strada della Val Fontanabuona in direzione Chiavari. È questa una vallata particolare: anziché posizionata in direzione Nord-Sud (come quasi tutte le vallate liguri), è posta in direzione Est-Ovest, cioè parallela alla linea costiera, separata dalla catena dei monti. Una ventina di km di misto veloce (ma attenzione agli Autovelox!). Tra campi coltivati, boschetti di bambù e fabbriche di mobili (che reggono l’economia della vallata), costeggiando il fiume Sturla (che niente ha a che vedere con l’omonimo torrente che sfocia nell’omonimo quartiere di Genova) arriviamo alla grande rotatoria di Carasco. Qui una tappa d’obbligo è da Zaid (Via Pontevecchio 6), un simpatico marocchino che ha un laboratorio di calzoleria e pelletteria. Se vi serve una cintura, questo è il posto giusto. Caffè e si riparte in direzione di Borzonasca e Santo Stefano d’Aveto. La strada è abbastanza veloce con ampi curvoni. Poco prima di Santo Stefano d’Aveto deviamo verso il passo del Chiodo e ci inoltriamo in una natura dolomitica, all’interno di fitti boschi di abeti e di faggi secolari. È il momento della seconda tappa, che ci trova al Rifugio Monte Penna (www.rifugiocasermettedelpenna.com). Posto da funghi e da ritiri Scout! Siamo a 1400 mt di altitudine, nel parco dell’Aveto, da dove partono le escursioni per il Monte Penna (1735), una delle cime più alte dell’Appennino ligure. Questa è la Liguria! In pochi km si sale dal mare ai monti. Ripartiamo e di lì a poco troviamo il passo del Chiodo e poi il passo del Tomarlo. Siamo ormai in provincia di Parma. Anziché tornare verso Santo Stefano d’Aveto decidiamo di raggiungere Bedonia, seguendo la bella strada, tutta in discesa con curvoni. Un ottimo panino con il prosciutto di Parma ci aspetta. Dopo il caffè un’occhiata alla cartina. Decidiamo di rientrare in Liguria attraverso il passo di Centocroci, che separa la Val di Vara dall’Emilia e ci conduce prima a Varese Ligure, piacevolissimo borgo tenuto magnificamente, e poi a Castiglione Chiavarese, Casarza Ligure e Sestri Levante, per poi costeggiare fino a casa, a Genova. Un gran bel giro di una giornata.
Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo
GENOVA – SORI - FERRIERE – TORRIGLIA – CASA DEL ROMANO – LAGO DEL BRUGNETO
CIRCA 150 KM
Per questo giro raggiungiamo Sori, per poi salire attraverso le frazioni di Capreno e Sussisa fino a incrociare la strada del monte Cornua (SP67). Giriamo quindi verso Uscio, ma prima di arrivarvi prendiamo la deviazione per Lumarzo. Belle curve, tra boschi e case sparse. Poco dopo Lumarzo ci immettiamo sulla SP225 e dopo poche curve ci troviamo a Ferriere. Tunnel o la vecchia strada che va verso la Scoffera? Non abbiamo dubbi. La vecchia strada, che un abitante del luogo, vedendoci in sella, ci caldeggia decisamente, si rivela una bellezza. Belle curve e zero traffico. Passati sull’altro versante, in pochi km siamo a Torriglia. Un caffè, due chiacchiere e una sosta dal locale macellaio per l’acquisto di un paio di invitanti salamini. Ripartiamo verso Propata, piccolo borgo al centro del Parco del Monte Antola (mt. 1597). È la vetta più conosciuta e frequentata dell'arco montano ligure, posto tra la valle Scrivia, la val Trebbia e la val Borbera ed è nota per le sue fioriture (www.parcoantola.it). Saliamo ancora cercando i segnali per la nostra destinazione: la Casa del Romano. È un albergo-rifugio-ristorante a 1407 mt. e per arrivarci attraversiamo boschi di faggi, castagni e abetaie di grande bellezza (www.casadelromano.it). Fino a quando la vegetazione finisce e appaiono prati verdi punteggiati di rocce. Siamo sulla via del Sale, l’antico percorso utilizzato per scavallare l’appennino e portare in pianura padana il sale e i prodotti con esso conservati (tra cui le famose acciughe). Ci fermiamo a osservare il magnifico paesaggio e respirare l’aria frizzante della montagna. E a mangiare un piatto di polenta con il capriolo. Poco sopra raggiugiamo (a piedi), l’Osservatorio astronomico del Monte Antola, che dispone di un telescopio da 800 mm. e di un planetario. La sua posizione lo rende ideale per l'osservazione del cielo, anche perché il territorio dell'Alta Val Trebbia è stato oggetto di un intenso fenomeno di abbandono e spopolamento che oggi lo rende una delle aree meno popolate dell'Italia settentrionale, con conseguente ridottissimo inquinamento luminoso. Così ristorati rimontiamo in sella e ci dirigiamo nuovamente verso Torriglia, questa volta passando a levante del lago del Brugneto, sul lato della diga, dove ci fermiamo a osservare questo grande invaso da cui dipende la maggior parte della fornitura idrica della città di Genova. Anche qui ci accompagnano boschi e boschetti, a tratti anche molti fitti. Si è fatta l’ora di rientrare e da Torriglia scendiamo su un misto veloce verso la val Bisagno per rientrare a Genova.
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GENOVA – SORI - FERRIERE – TORRIGLIA – CASA DEL ROMANO – LAGO DEL BRUGNETO
GENOVA – SARZANA - FOSDINOVO – CASTELNUOVO GARFAGNANA – CARRARA - GENOVA
CIRCA 330 KM
Per questo giro di una giornata, appuntamento a Genova Nervi. Prima di tutto le cose importanti: la carica di un buon caffè e calde brioches alla torrefazione Romoli (https://cafferomoli.it/) in Via Oberdan. Suggeriamo di gustare uno squisito caffè alla rosa oppure a scelta quello che vi piace di più facendovi sempre consigliare dalla cortese Sig.a Gloria. Se poi vi piacciono le caramelle e altre prelibatezze, questo è il posto giusto. Rifocillati dalla colazione prendiamo l’A12 fino a Sarzana, da cui usciamo per prendere la SS446. Siamo nei pressi dell’antica Luni, città portuale romana sulla sponda sinistra del fiume Magra (dove si produce tra l’altro l’omonimo Vermetino). La strada si fa subito bella, tra terrazzamenti coltivati, prati fioriti (siamo all’inizio della primavera), uliveti, frantoi e case sparse. A valle, la piana di Sarzana e in fondo il golfo di Lerici con le sue due isole. Dopo poche curve, poco prima di Fosdivovo, ci imbattiamo in uno strano luogo, attirati dai profili di motociclette che si stagliano contro il cielo. Dove siamo finiti? Scopriamo così il curioso museo all’aperto “Il Selvatico” annesso alla pizzeria del titolare (https://asimusei.it/museo/collezione-il-selvatico/) che espone con modalità curiose oggetti metallici d’epoca, tra cui una collezione di 180 tra moto e scooter, issati verso il cielo con delle picche. Ci fermiamo e ammiriamo l’inventiva del suo creatore. Torneremo per una pizza!? Chissà. Proseguiamo verso Nord, in leggera salita, fino a raggiungere l’imbocco della Garfagnana, sulla strada SS445, dove pieghiamo verso Est. Siamo all’interno del Parco delle Alpi Apuane, che si ergono massicce sulla nostra destra e ci stupiscono per la loro maestosità (https://www.parcapuane.toscana.it/). La strada è bellissima e il poco traffico la rende ancora più gradevole. Stiamo seguendo il corso del fiume Serchio, che ci porterà fino alla “capitale” di questo territorio: Castelnuovo Garfagnana. Prima di arrivarci, però, non mancano le sorprese. Una di queste è la magnifica Pieve dei Santi Cornelio e Cipriano, racchiusa (e nascosta) come una piccola perla tra le quattro case del minuscolo borgo di Codiponte. È una chiesa longobarda della fine del XII° Secolo, posta in un luogo di passaggio sia dei pellegrini che si recavano a Lucca che delle greggi transumanti. Un gioiello che ancora una volta ci fa riflettere su quanto l’Italia sia zeppa di ricchezze storico-culturali semi-sconosciute, a cui non diamo quasi importanza (e delle quali per molto meno un altro Paese si glorierebbe). Poco più avanti, nel borgo di Piazza al Serchio, un vecchio locomotore a vapore del 1922 fa bella mostra di sé, divenuto il simbolo di questa piccola comunità. Sempre costeggiando il Serchio saliamo verso il passo dei Carpinelli (842 mt.). Non resistiamo e sul cartello segnaletico troviamo un "buchetto" libero per incollare il nostro adesivo mare-moto.it . Si inizia a sentire l’appetito, ma Castiglione Garfagnana è ormai vicino. Un panino al prosciutto, un caffè e due passi nel centro storico del paesino ci rinfrancano per il viaggio di ritorno. La strada (SP13) ci porta questa volta verso la Versilia. Belle curve tra boschetti, antichi borghi e piccoli laghetti. Dopo qualche km prendiamo la deviazione che ci porta verso il Passo del Vestito, e, “bucata” la montagna attraverso un paio di gallerie (per nulla illuminate), ci ritroviamo sull’altro versante, tra le cave di marmo. Laggiù in fondo si vede già il mare. Si potrebbe forse ancora fare una tappa a Colonnata (per assaggiare il lardo), ma s’è fatto tardi. Tocca rientrare. Raggiungiamo Carrara e quindi l’autostrada del ritorno a Genova.
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GENOVA - SESTRI LEVANTE - PASSO DEL BRACCO -
LA SPEZIA - PARCO NAZIONALE DELLE 5 TERRE - GENOVA
CIRCA 240 KM
Potevano mancare le 5 Terre? Certo che no. Partendo da Genova , abbiamo imboccato l'autostrada A12 fino a Sestri Levante; quel che basta prima di goderci km di curve e panorami mozzafiato. Usciti dall'autostrada, bisogna imboccare la statale per la Spezia. curve su curve, "cavatappi" tornanti. Sosta a Mattarana, frazione di Carrodano per un buon caffè , "sosta tecnica" e per far riposare un po' le chiappe al Bar Ristorante Antica Locanda da Luigina (https://www.anticalocandaluigina.com/) prima di riprendere le curve. Proseguite sempre fino a Carrodano e quindi direzione La Spezia. Entrate a La Spezia e seguite indicazioni per 5 Terre. Entrerete quindi nel Parco Nazionale delle 5 Terre e qui inizia , o meglio continua il puro spettacolo. La strada è a punti stretta ma assolutamente panoramica. Potrete scegliere di deviare verso i borghi delle 5 Terre oppure godere della vista dall'alto fermandovi a scattare qualche foto vostra di questo bellissimo giro. Il suggerimento è quello di fare questo percorso in settimana e fuori dai picchi stagionali dei turisti. E' una buona occasione per prendervi un giorno di ferie e godervi il giro, la natura, i panorami. Per tutte le informazioni sulle 5 Terre potete consultare (https://www.cinqueterre.eu.com/it/). Seguite la strada e dopo Rio Maggiore, Vernazza, Manarola seguite direzione Levanto. Arriverete dopo km di curve e panorami ad un bivio; a sx potete scendere a Monterosso, a dx scenderete a Levanto. Una volta a Levanto, entrate in centro e seguite indicazioni Genova. La strada risale; potrete andare a visitare Bonassola oppure continuare a salire in alto fino ad incrociare di nuovo la strada del Bracco. Proseguendo ritornerete a Sestri Levante in una sorta di anello rifacendo la strada descritta all'andata oppure deviare per Moneglia e fare una sosta prima di imboccare le ex gallerie del treno che vi riporteranno a Sestri Levante. Ricordate che il semaforo scatta ad ogni 5-25-45 minuti di ogni ora per percorrere le gallerie in direzione da Moneglia verso Sestri Levante. Una volta giunti a Sestri Levante, imboccate l'autostrada A12 per il rientro a Genova.
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