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MARE-MOTO.IT

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GIRO DI PIÙ GIORNI...
CON PARTENZA DA GENOVA

GENOVA-VOLTERRA-IL CHIANTI-LE CRETE SENESI-VAL D’ORCIA-MONTALCINO-COLLE VAL D’ELSA-PONTEDERA-GENOVA

3 GIORNI CON 2 PERNOTTAMENTI = 550 KM CIRCA

Giorno 1 Di buon’ora prendiamo l’A12 a Genova per Direzione Toscana. Un paio d’ore di andatura tranquilla fino all’uscita di Rosignano. Poi un breve pezzo di Aurelia fino a Cecina. Qui prendiamo la bella strada per la nostra prima vera sosta: Volterra. Arriviamo in una mezzora, accarezzando le curve che si snodano sui dolci colli alle pendici della città etrusca. Parcheggiamo sul poggio che sovrasta la valle e ci godiamo la vista impareggiabile della Toscana. Due passi nel centro, un panino con la finocchiona e un caffè in piazza davanti al Palazzo Civico. C’è anche il sole, che volete di più? Un’occhiata alla carta. La nostra Michelin segna in verde la strada che ci porta a Colle Val d’Elsa. E non si sbaglia. Curva ampie si alternano a rettifilo tra campi punteggiati di cipressi, uliveti e vigne. A Castel San Gimignano svoltiamo a sinistra fino a San Gimignano. La città medievale turrita sembra uscita da un dipinto. Merita una sosta, ma non questa volta. Proseguiamo verso la nostra prima tappa: il Chianti. Passando da Poggibonsi raggiungiamo Radda sulla SP 429, tra boschi di rovere e abetaie, e poi Greve in Chianti, passando per piccoli borghi come Lucarelli e Pieve di Panzana. A Greve una sosta è d’obbligo nell’antica macelleria Falorni, che opera dal 1806 (!), nella bella piazza del paese. E’ specializzata in carni (e che carni!), insaccati, formaggi locali. Da visitare come un luogo sacro. Ci si può anche mangiare con un tagliere e un buon bicchiere di Chianti. Un posto che da solo vale il viaggio. Sempre che non siate vegani! (www.falorni.it). Prima di raggiungere il nostro albergo in campagna, vogliamo levarci una curiosità. Sappiamo che Sting vive da quelle parti, dove ha una tenuta con fattoria in cui si produce vino e olio. Si trova in direzione di Figline Val d’Arno. Andiamo alla ricerca e intanto ci godiamo la bella strada curvosa. Arriviamo alla farmhouse Il Palagio, con annesso ristoro e pizzeria all’aperto, tra le botti e le bottiglie di vino dal nome musicale: Roxanne,  Message in a Bottle, Walking on the Moon... Non troviamo né Sting né la moglie Trudie, ma ce ne facciamo una ragione. Ci concediamo un bicchiere (uno solo) e andiamo a cercare il nostro albergo. Per raggiungerlo percorriamo uno sterrato (non sempre agevole) di un paio di km, in leggera salita. Siamo un po’ stanchi e vogliosi di arrivare. Il posto è davvero isolato, ma per questo ancora più affascinante, adiacente ad una piccola chiesa, immerso nel bosco del parco naturale di Monte San Michele  (www.villasanmichelechianti.it). I proprietari sono giovani, simpatici e accoglienti. E fanno anche un’ottima ristorazione. Per la serata, nessun programma se non buttarci sul letto e svenire.

Giorno 2 Ci svegliamo riposati. La giornata è bella e … siamo nel Chianti! Si parte. Direzione Radda. Strada da paura! Asfalto nuovo e curve stupende. Sgasiamo di brutto al limite della legge! Qualche km ma è troppo bello per non fermarsi al Castello di Albola a curiosare e fare qualche scatto. Proseguiamo verso Gaiole. Sulla strada incontriamo molti ciclisti che sembrano essersi fermati agli anni ’50, tutti sorridenti e con aria festosa. Nessuna bicicletta supertecnica in fibra di carbonio e attrezzature spaziali. Sembra di assistere ad un giro d’Italia con Coppi e Bartali. Di lì a poco scopriamo l’arcano. Si tratta dell’Eroica! Il mitico percorso toscano dedicato al ciclismo vintage! https://eroica.cc/it. Li incroceremo per tutta la giornata. E’ un piacere osservarli e seguirli per qualche tratto, rispettando la loro fatica con andature tranquille. Proseguiamo fino al Castello di Brolio, della famiglia Ricasoli (uno dei templi del Chianti), dove troviamo un bel gruppo di Eroici in un punto di ristoro. Saliamo fino alla cima e gironzoliamo negli sterrati tra i vigneti di sangiovese maturo. (www.ricasoli.com)

Si è fatta tarda mattinata e ci aspettano le crete senesi!

Lasciamo le colline in direzione sud. La “strada culto” è la SP 438, verso Asciano. Qui il paesaggio è totalmente diverso. Bassi colli brulli segnati dalla strada che li attraversa come una biscia stesa al sole. Qui e là cipressi più o meno solitari, a volte in filari.  I solchi dei calanchi tagliano le colline creando un paesaggio lunare. Uno spasso da guardare, e, soprattutto, da guidare. Un invito ad “aprire” un po’. Iniziamo ad avere un certo appetito. Ci starebbe bene una di quelle osterie sulla strada, con un piccolo patio ombreggiato e le tovaglie a quadretti bianchi e rossi. Detto fatto. La troviamo vicino ad un punto panoramico ad una decina di km da Asciano.  Una bruschetta e un piatto di pici all’aglione non ce li toglie nessuno! Ben ristorati ripartiamo verso la Val d’Orcia, la nostra prossima tappa. Prima sosta a Bagno Vignoni, dove non si può non fermarsi affascinati davanti alla piazza-piscina al centro del borgo. E poi San Quirico d’Orcia, Pienza, Castiglione d’Orcia. Siamo quasi alle pendici dell’Amiata che osserviamo laggiù, imponente e austero. Il nostro agriturismo ci aspetta.

Giorno 3 Oggi si deve ritornare, ma non è nostra intenzione scegliere la via più breve. In neanche mezzora siamo a Montalcino per il primo caffè della giornata e per una sbirciata ad uno dei centri di eccellenza enologica italiani. Le enoteche non si contano, e va vene che è mattina e che siamo in viaggio … Da Montalcino prendiamo una strada che si rivelerà tra le più belle di questa tre giorni: la SP14 che, in leggera ma costante discesa, tra vigneti e vigneti, e poi ancora vigneti, ci fa planare fino giù a Paganico. Lì ci aspetta la superstrada E78 in direzione nord, che percorriamo fino a incrociare la SP 32A in direzione Monticiano. Anche stavolta la fedele Michelin non sbaglia. Inanelliamo curve meravigliose in perfetta solitudine, fino a incrociare la SP 73 in direzione Colle Val d’Elsa, dove ci fermiamo per riposare e ristorarci con un panino al prosciutto toscano. Ci tocca davvero tornare. Raggiungiamo Volterra, e, senza fermarci, proseguiamo verso Pontedera. Qui imbocchiamo la FI-PI-LI e poi l’autostrada fino a casa, a Genova. Arriviamo stanchi ma ricchi di tante emozioni.

Abbigliamento consigliato : tecnico protettivo, attrezzi in borsa

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COLLE VAL D’ELSA-PONTEDERA-GENOVA

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GIRO DI PIÙ GIORNI...
CON PARTENZA DA GENOVA

GENOVA-GREVE IN CHIANTI-ASCIANO- CORTONA-BIBBIENA E CASENTINO-GENOVA

3 GIORNI CON 2 PERNOTTAMENTI = 800 KM CIRCA

Giorno 1 Questo giro toscano ripete per la prima tappa quello della via del Chianti (vedi itinerario precedente) . Lo raccontiamo quindi a partire da Greve in Chianti. È qui infatti che abbiamo fatto tappa di pernottamento, nella città natale del grande esploratore Giovanni Da Verrazzano: colui che per primo, nel 1524, approdò nella baia di New York e che quattro anni dopo, nel 1528 fu catturato e divorato da una tribù di cannibali! Il piccolo borgo di Greve ne va giustamente fiero (non dei cannibali, dell’esploratore) e lo celebra un po’ dovunque.  

Anche il nostro albergo è stato proprio intitolato al celebre esploratore  (https://www.albergoverrazzano.it/) . Ci siamo trovati molto bene, a cominciare dalla posizione (è affacciato sulla bella piazza del paese) ed a finire con l’ottima cena al ristorante, dove abbiamo divorato senza difficoltà una fiorentina da 1,8 kg accompagnata dai fagiolini cannellini “al fiasco”; il tutto innaffiato da un Chianti Classico (e non poteva essere diversamente).

Giorno 2 La mattina dopo partiamo in direzione Asciano, cioè a dire – ancora una volta – le famose crete senesi. Questa volta però essendo Aprile, non le troviamo spelacchiate con nel precedente viaggio di Ottobre, ma ricoperte di erba tenera e verdissima. Brulle o verdi, comunque, quelle curve sono sempre una delizia per scaricare i cavalli delle nostre Triumph. Dopo Asciano ci dirigiamo verso la nostra seconda sosta di pernottamento. Attraversiamo l’ampia Val di Chiana, che si allarga fino al Trasimeno, a lambire le terre umbre, e iniziamo a scorgere, abbarbicata sulla collina, la città di Cortona. Quanta storia è passata di qua! Era già abitata dagli Etruschi, poi dai Romani, poi dai Fiorentini, che la inclusero nella loro Repubblica e che ne fecero un importante centro strategico, costruendovi (ad opera di Cosimo de’ Medici) l’imponente Fortezza del Grifalco, che sovrasta l’abitato. Qui ci aspetta una lieta sorpresa. L’agriturismo Frantoio Valiani, in località S.Martino Bocena 389, ai piedi della collina, supera le nostre aspettative. Un “vero” agriturismo che produce principalmente olio di oliva (ma non solo), non lezioso ma arredato con assoluto gusto e cura dei particolari, sia nelle belle camere, poste in casali restaurati, sia nelle parti esterne. Consigliatissimo. Per la cena saliamo in città, dove dopo una breve ricerca scegliamo, senza assolutamente pentircene, “Il Caffè del Teatro” in Piazza Signorelli, annesso appunto al Teatro Signorelli, un piccolo gioiello che vale la pena assolutamente da visitare come abbiamo fatto noi. 

Giorno 3 La mattina dopo, sazi di una genuina colazione, sistemiamo i bagagli e ripartiamo in direzione nord. La strada è quella del Casentino che ci conduce abbastanza velocemente al suo centro principale, Bibbiena (città della fotografia). Qui ci fermiamo per un caffè, una visita al centro antico ma anche alla mostra fotografica di Franco Zecchin (https://francozecchin.com/) presso il Centro Italiano della Fotografia d'Autore. Una mostra che tutti gli appassionati di fotografia potranno apprezzare fino al 2 Giugno 2024. (http://www.centrofotografia.org)

Poco dopo ripartiamo per Poppi. Anche questo borgo medievale, circondato dalla sua cinta muraria è una lieta sorpresa. Tenuto con grande cura, vi spicca il Castello dei Conti Guidi, che ospitò Dante Alighieri durante il suo periodo di esilio. La fame si fa sentire e la plachiamo chi con un piatto di trippa toscana, chi con gli immancabili pici all’aglione. Ripartiamo a malincuore in direzione Firenze. Ci risolleva la bellissima strada, che gradatamente sale fino a raggiungere il Passo della Consuma (circa 1000 mt), in un paesaggio che appare qui decisamente alpino, tra fitte abetaie e un sottobosco montano. La discesa, altrettanto bella, tra vigneti e campi coltivati, ci conduce fino a Pontassieve e poi a Firenze, dove ci aspetta l’autostrada per il ritorno. Tutto è  stato molto bello.


Abbigliamento consigliato
: tecnico protettivo, attrezzi in borsa

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TUTTA LA CORSICA IN 3 GIORNI
2 NOTTI IN TRAGHETTO - 2 PERNOTTAMENTI IN CORSICA = CIRCA 800 KM

Giorno 1 Al terminal traghetti del porto di Genova, la sera, ci aspetta la nave per Bastia. Sbarchiamo il mattino dopo, puntuali alle 7, e ci dirigiamo subito al vieux port per una buona colazione corsa, pregustando i tre giorni di moto, strade e paesaggi che ci attendono. Sui muri abbondano le scritte autonomiste, che inneggiano alla libertà per questo o quel detenuto. Ricordando quanto sia forte il sentimento indipendentista da queste parti, come primo atto acquistiamo un paio di bandierine con “il moro”, che leghiamo a sventolare sui nostri bagagli. Partiamo in direzione Nord, verso Capo Corso (il “dito” della Corsica), e appena usciti dal traffico cittadino ci ritroviamo pressoché soli a percorrere la strada che costeggia il mare. Uno spettacolo. Curve dolci sul paesaggio marino ci invitano a pieghe alternate a velocità moderata ma costante. Il primo borgo che troviamo è Erbalonga, delizioso paesino che si prolunga sul mare, sovrastato da una delle tante torri genovesi che punteggiano il percorso. È così fino a Macinaggio, ultimo porto sulla costa orientale, prima di voltare verso l’altro versante. Scolliniamo dall’atra parte, fermandoci ogni tanto ad osservare dall’alto l’isolotto della Giraglia, che presidia da Nord l’Isola di Corsica. Siamo ora sul versante occidentale. La strada è alta sul mare e si snoda in leggera discesa. Un venticello piacevole accarezza i nostri caschi. Là sotto c’è Centuri port. Non possiamo non fermarci in questo delizioso borghetto affacciato su una stretta insenatura, famoso per la pesca delle aragoste. Ripartiamo in direzione Sud e in circa mezz’ora siamo a San Fiorenzo. Non prima però di esserci fermati ad osservare, dall’alto, la famosa spiaggia nera di Nonza. A San Fiorenzo non ci fermiamo, anche se ne varrebbe la pena. La nostra prossima meta è infatti Île Rousse. Per raggiungerla percorriamo la strada del Désert des Agriates, un territorio un po’ brullo e poco abitato ma proprio per questo affascinante. In questa parte non ci sono strade costiere e per raggiungere le spiagge di Saleccia e Loto (tra le più belle della Corsica), occorre infilarsi per chilometri su strade sterrate non sempre percorribili con facilità. Ecco Île Rousse. Un bagno in mare dalla bella spiaggia del paese è presto seguito da una salade chèvre chaud all’ombra degli immancabili platani. Niente caffè. Lo prenderemo a Calvi! L’antico presidio genovese, con il suo borgo murato a picco sul mare, è spettacolare. Parcheggiamo e dopo una breve passeggiata indugiamo piacevolmente seduti al locale Café du port (può mai mancare?). Tocca ripartire. Ci aspettano gli ultimi chilometri della giornata: da Calvi a Porto Ota. Questa strada (la D18) è nota per essere tra le più belle dell’isola. Le curve di fanno strette attraversando un paesaggio mutevole: piante di lentisco e arbusti di mirto, blocchi di granito, pietroni che formano sculture colorate di rosso bruno. C’è di tutto. Ed è tutto bello. Quello che non c’è è una pompa di benzina! Siamo entrambi in riserva e per risparmiare carburante procediamo a 30 km/ora, non oltre 2500/giri, nel miraggio di trovare una stazione di servizio. Dopo oltre 20 km in queste condizioni (ma ne gode la vista del paesaggio), ad un bivio, con le speranze al lumicino fermiamo un villico per chiedere informazioni. Ci fa un segno rassicurante. A 800 metri, dietro una curva, in the middle of nowhere, c’è finalmente una pompa di carburante. Mai rifornimento fu più apprezzato! Rabboccati i serbatoi fino all’orlo proseguiamo fino a Porto. Non si tratta di un vero villaggio, ma piuttosto di un insieme di edifici schiacciati tra il mare, che in questo punto penetra verso l’interno con una profonda insenatura, e le incombenti montagne che la circondano. Nel porto canale sono ormeggiati gommoni d’altura e imbarcazioni dedicate alle spedizioni subacquee nel golfo di Girolata e nella riserva marina protetta della Scandola. Dopo oltre 250 km, ci aspetta una cena ristoratrice e una dormita. Quante curve avremo fatto?

Giorno 2 Corte. L’antica capitale della Corsica. E’ questa la prima meta della seconda giornata. Di buon mattino prendiamo la D84, verso l’interno dell’isola. Nel giro di pochi chilometri ci troviamo immersi in uno scenario montano. Prati, boschi, roccia, picchi e valloni, orridi e burroni si snodano ai nostri fianchi mentre la strada sale. Alberi di quercia secolari, sugheri, lecci. E poi abeti. Più volte rallentiamo per evitare bovini vaganti e addirittura piccoli branchi di maialini in cerca di ghiande. D’un tratto ci ritroviamo all’interno della foresta demaniale d’Aitone. Ai lati della strada si dipartono sentieri che si snodano nel bosco. Qui gli abeti hanno dei tronchi talmente dritti e lunghi che ben si comprende perché i genovesi li andassero a tagliare per ricavarne alberi per le navi! Quando la foresta finisce siamo ormai sul passo del Vergio, a quasi 1500 mt. L’aria è fresca e frizzante. Una pausa per sgranchirci e poi giù, veloci per la lunga discesa fino a Calacuccia, tra pascoli di ovini, cavalli liberi e qualche asinello curioso. Ai lati, le valli sono dei piccoli canyon attraversati da rivi che sgorgano, scorrendo sotto ponti secolari. Arriviamo a Corte. La città racconta della sua natura fieramente autonomista. Parcheggiamo le moto nella piazza centrale, dove svetta la statua di Pasquale Paoli, U Babbu di a Patria, il più importante esponente del movimento nazionalista, contemporaneo di Napoleone I. Pranziamo con un eccellente tagliere di formaggi e salumi corsi e decidiamo di proseguire: destinazione Bonifacio! L’estremo Sud. Prendiamo la strada dorsale corsa (T20) che attraversa tutta l’isola da Nord a Sud. È una strada veloce, meno curvosa ma per nulla noiosa, dove fa anche piacere liberare un po’ i cavalli delle nostre Triumph. Ha tra l’altro il pregio di attraversare territori di rara bellezza, tra cui il colle di Vizzavona, e la sua foresta demaniale. Dopo circa tre ore, soste comprese, siamo a Sud. L’ultimo pezzo di strada, da Roccapina a Bonifacio, offre scenari incantevoli di graniti rossi modellati dal vento e dall’erosione in forme che sembrano sculture postmoderne. Sulla nostra destra, le ventose bocche di Bonifacio ed il profilo della Sardegna. Raggiungiamo il nostro albergo, appena fuori del paese, immerso nel verde degli ulivi e degli eucalipti. Giusto il tempo per una doccia. Ci aspetta la meraviglia di Bonifacio, con il suo porto naturale scavato come un fiordo nella roccia calcarea, le sue falesie bianche, il vento teso che la sferza. La città fu dapprima sotto il dominio di Pisa, poi passò in mano dei genovesi, che sfruttando la sua posizione strategica la resero una fortezza inespugnabile. Ancora oggi sui frontoni delle case sono ben visibili stemmi del patriziato genovese. Ceniamo alla Cantina Doria (guarda caso), nella città alta, senza dimenticare una passeggiata sul lungo porto, tra yacht e barche a vela. Percorsi oggi circa 280 km.

Giorno 3 E l’ultimo giorno, e va bagnato con un tuffo in mare. Destinazione: Palombaggia. La lunga spiaggia di sabbia bianca e di acqua trasparente alle spalle di Portovecchio ci attende semideserta. Vederla così è un privilegio e un piacere. Un paio d’ore di relax sotto il tiepido sole della mattina presto sono un vero toccasana. Verso le 11 ripartiamo in direzione Alta Rocca. La strada prende a salire magnifica, di nuovo nei boschi di querce e di abete. Qualche sosta “tecnica” e per ammirare il paesaggio. Un’ultima occhiata al mare e ci ritroviamo … in Canada! Laghi e laghetti su cui si rispecchiano gli alberi. Non te li aspetti, ma questa è la Corsica! Raggiungiamo il piccolo, ma animato paesino di Zonza, in questa stagione affollato di motociclisti come noi. Consumiamo un pranzo a base di spiedini alla brace e un bicchiere di rosso corso. Si riparte. La strada è quella che ci porta a Sartene, per alcuni la più corsa della città corse. Arroccata alle spalle del golfo di Propriano domina la vallata sottostante. È un po’ austera, ma ha un innegabile fascino con i suoi vicoletti che si rincorrono al di sotto della piazza principale. Non si può non acquistare almeno un vasetto di miele e la famosa confettura di castagne! Ci aspetta l’ultimo tratto (purtroppo), in direzione Ajaccio. Poiché la nave ci attende per mezzanotte ce la prendiamo comoda. Scegliamo la strada più lunga (ma molto più bella) che accarezza la costa, da Propriano verso Porto Pollo, che poi sale fino a scollinare dall’altra parte, nel golfo di Ajaccio. Già, Ajaccio. La capitale della Corsica, la città natale di Napoleone Bonaparte, che qui è naturalmente la star. Tutto gravita intorno al suo nome e alla sua storia, dai nomi delle strade, ai ristoranti, ai negozi ecc. Ci aspetta una buona, ultima cena corsa, tra le stradine della città vecchia. La vacanza è finita. Non la dimenticheremo di certo.      Viva la Corsica!  
p.s . I tragitti della nostra 3 gg li trovate nella pagina delle foto

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TUTTA LA CORSICA in 3 GIORNI

...Appena imbarcati a Genova...Sul ponte in partenza da Genova1° Giorno : Da Bastia a PortoPorto di BastiaVista dall'alto sulla GiragliaSosta a CenturiLa spiaggia nera di NonzaSosta per stradaDa Calvì a PortoUn benzinaio nel nulla... per fortunaIl tramonto a Porto2° Giorno : da Porto a BonifacioTarga di Pasquale de Paoli a CorteCorteScorcio di CorteIncontri ravvicinati...Altri incontri ravvicinati...Incontri molto ravvicinati...Natura selvaggiaBonifacioPernottamento a Bonifacio3° Giorno : da Bonifacio ad AjaccioLa spiaggia di PalombaggiaLa spiaggia di PalombaggiaRelax in acqua cristallina a PalombaggiaSosta belvedere nel Sud EstCanada o Corsica?Canada o Corsica?Canada o Corsica?Canada o Corsica?Ajaccio : di fronte alla casa di NapoleoneLa casa di NapoleoneAjaccio
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GIRO DI PIÙ GIORNI...
CON PARTENZA DA GENOVA

GENOVA – VAL D’ISÈRE - GENOVA: 

2 NOTTI, 3 GIORNI E 9 PASSI !!!

 CIRCA 850 KM

Fare meno autostrada possibile. È questo uno dei principi che ispira i nostri viaggi. L’altro è inventarsi strade alternative. È così che, senza pretesa di aver scoperto chissacché, per questo giro partiamo da Genova e usciamo a Finale Ligure per affrontare il primo dei nove passi che caratterizzerà il nostro tour. Il colle del Melogno, poco sopra i 1000 mt, è una sorpresa di fitte faggete, dove la calura estiva cede il posto ad un piacevole fresco. La strada gradevole e quasi senza traffico ci permette subito di cullarci in morbide pieghe. È fino a Calizzano, nota per le sue fonti, e oltre, per andare a incrociare, ormai in Piemonte, la strada che ci porterà a Cuneo. Giusto il tempo di un panino e un cuneese al rhum e si riparte. Colle n. 2: la Maddalena (già descritto nel nostro viaggio Genova-Alpi Marittime). C’è da dire che in direzione Francia, forse perché stiamo approcciando le montagne, è molto più bello che in senso contrario. Varcato il confine francese discendiamo sulla bella strada, fino intercettare la strada del colle n. 3: colle di Vars. È anche la nostra tappa per la notte. La Vieille Auberge, nella piccola frazione di Sainte-Marie, è proprio sulla strada e ha fatto del passaggio dei motociclisti un vero business, tanto che questo hotel propone un apposito riparo dedicato alle due ruote.

2° Giorno: Al mattino, di buon’ora, si riparte. Direzione Nord. Colle n. 4. È un mito, una leggenda del Tour de France (ma scopriamo anche dei moto turisti): Col dell‘ Izoard (mt. 2360) La strada è una delle più belle mai fatte. Dopo un primo tratto in una sorta di canyon, con la strada che entra letteralmente dentro la montagna, si alternano veloci rettifilo e bellissime curve ampie e ben disegnate, su un asfalto perfetto. Intorno ai 1800 mt, la vegetazione si dirada fino a scomparire quasi del tutto, lasciando spazio a ghiaioni imponenti, pietraie grigie e curiose formazioni rocciose simili a enormi stalagmiti. Cosa chiedere di più? Dopo la foto di rito sul passo, scendiamo a Briançon e percorriamo la bella e lunga valle di Serre Chevalier, importante comprensorio sciistico, fino al Col de Lautaret, il colle n. 5. Qui ci meritiamo un panino, una birretta e un caffè. Ma non c’è da oziare troppo. Ci aspetta il nostro colle n. 6: il Col du Galibier. La sommità, a mt. 2462, delimita il Département des Hautes Alpes da quello della Savoie. Si scende fino a St. Michel-de-Maurienne e si piega verso est. Oltrepassiamo il (più modesto) Col du Télégraphe, colle n. 7 in direzione Modane e oltre fino a Lansebourg-Montcenis. Siamo qui dal lato francese del Moncenisio (un altro dei valichi transalpini). Proseguiamo. Ci aspetta il colle n. 8: Col de l’Iséran. Un'altra leggenda del ciclismo. Strada bellissima in leggera e dolce salita fino al villaggio di Bonneval-sur-Arc, affascinante piccolo centro dai tetti in ardesia, che chiude la vallata prima dell’ascesa verso il passo. La salita è spettacolare, tra tornanti a strapiombo, pratoni scoscesi e marmotte che ci attraversano la strada. La sommità è qui ancora maggiore: siamo a 2770 mt e la neve è ancora presente a punteggiare di bianco il grigio delle rocce. Intorno a noi i ghiacciai. La discesa è ripida ma ben disegnata, anche se in molti punti senza protezioni ed in alcuni tratti è meglio non guardare di sotto! Eccoci a Val d’Isère, una delle capitali dello sci francese (e non solo), tappa obbligata della coppa del mondo. Qui ci ospita un ottimo albergo, dove ci attende una spa e una confortevole camera. La cena ci vede invece ospiti della Casserole, ristorante tipico della Savoia, con pareti in legno di pino, immancabili corna di stambecco alle pareti, pentole fumanti di fonduta, raclette e fondue bourguignon. Per quanto ci riguarda, ci “accontentiamo” di un ottimo magret de canard con fichi e salsa al miele. Dopo cena una breve passeggiata e quindi giunti in hotel crolliamo e dormiamo  come bambini.

3° Giorno: Ampia colazione e via, si riparte, purtroppo sulla strada del ritorno. Ci aspetta ancora il Col de l’Iséran (in direzione contraria) e il nostro colle n. 9: Moncenisio, che ci fa scollinare in terra italica, a Susa. E poi – ahimè - autostrada fino alla Superba.

Che giro questi 9 passi!!!


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GENOVA – VAL D’ISÈRE - GENOVA: 2 NOTTI, 3 GIORNI E 9 PASSI !!!

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1° GiornoHotel a VarsAccoglienza in Hotel a Vars2° GiornoCol D'Izoard3° Giorno